martedì 8 dicembre 2015

Michele Sindona e gli intrecci mafiosi-finanziari

Michele Sindona
Detenuto nel carcere di massima sicurezza di Voghera (Pavia), nell'estate del 1985, Michele Sindona racconta allo scrittore americano Nick Tosches la sua storia e molte verità segrete che lo portarono ad ottenere ricchezza e potere.
Michele Sindona, nato a Patti (in Sicilia), nel 1920, laureatosi in giurisprudenza nel 1946, da nullatenente lascia moglie e figlia a Messina e si trasferisce a Milano dove apre uno studio di consulenza tributaria.
In poco tempo, già negli anni Cinquanta, il suo studio si afferma come quello più importante d'Italia grazie alle sue doti di "falsificatore di bilanci"; così venne chiamato da Enrico Cuccia, amministratore delegato di Mediobanca.

A Tosches rivela: "Quasi tutte le società italiane tenevano, come minimo cinque serie di bilanci. Uno per gli accertamenti fiscali, uno per le banche,
uno per gli azionisti di minoranza, uno per il consiglio d'amministrazione, e uno che corrispondeva a verità". 

Non solo Sindona dimostra quanto relativi siano i bilanci ed i valori numerari in una crimine che si veste di disciplina, ma rivela anche che Giovanni Falcone, il principale magistrato antimafia italiano e James Harmon capo della Commissione presidenziale sul crimine organizzato, non sapevano nulla del sistema bancario e finanziario: "Hanno entrambi ammesso con me che né loro né i loro assistenti sapevano niente di opzioni valutarie, commerciali ecc. Mi dissero anche che non avevano idea di come funziona il sistema monetario internazionale! E' ridicolo! Come bambini sperduti nel bosco! La mafia non potrebbe sperare di meglio".

Sulla testimonianza di Sindona, vi allego questo brevissimo filmato di Paolo Borsellino, dove troviamo l'ammissione della loro grave ignoranza e, cosa più importante, la conferma che Paolo e Giovanni stessero approfondendo e studiando il sistema bancario-finanziario: centro della Mafia.


Nel 1992, anno delle morti di Giovanni e Paolo, avverranno le privatizzazioni del sistema bancario ed industriale e verrà ratificato il Trattato di Maastricht dove si garantirà l'indipendenza della BCE dai governi. 



Che Falcone e Borsellino dall''85 al '92, si misero a studiare capendo qualcosa del sistema monetario e bancario, è chiaro da una affermazione di Giovanni: "Seguite i flussi di denaro e troverete la fonte dell'organizzazione criminale".


Lasciamo per ora la questione dei flussi da seguire e ritorniamo al finanziere siciliano Sindona.
L'affarista mafioso, trova subito legami con il centro della Mafia mondiale allacciando rapporti con John McCone, Capo della CIA e William Harvy capo stazione della CIA a Roma.
La CIA, la Central Intelligence Agency, è la stessa alla quale Mark Zuckerberg ha dato la possibilità di leggerci e di controllarci su Facebook e che adesso saluto con un bel dito medio.
L'impero sindoniano nel 1964, venne stimato sui 50 milioni di dollari, contando varie società commerciali, industrie, complessi immobiliari e banche quali: la Banca di Messina, la Banca Unione, e la Finabank-Banque de Financement de Genève.
Sindona allaccia, inoltre, rapporti societari con la multinazionale Nestlè, con la Banque de Paris et des Pays-Bas e con la Banque Bruxelles Lambert.
Roberto Calvi
Nel 1969, conosce Roberto Calvi vice-direttore del Banco Ambrosiano.
Nel 1971, subito dopo la nomina di Calvi a direttore generale del Banco Ambrosiano, Sindona in società con Calvi e lo Ior (Istituto delle opere religiose), fonda a Nassau (Bahamas) la Cisalpine Overseas Bank.
Un anno dopo, Michelino Sindona acquista il pacchetto di controllo della Franklin National Bank pagando in contanti 40 milioni di dollari.

Guido Carli

Tutto l'impero sindoniano viene costruito truccando e truffando.

Le amicizie politiche con Giulio Andreotti ed il governatore della Banca d'Italia Guido Carli (quell'uomo che il 29 Gennaio del 1992 insieme a Giuliano Amato privatizzò il settore bancario con legge numero 35/1992), gli permetteranno di realizzare i migliori imbrogli senza dovere passare da nessuna vigilanza bancaria o controllo governativo.

Quel giudice che fece partire il 17 Aprile 1978 alcune ispezioni da parte della Banca d'Italia al Banco Ambrosiano denunciando molte irregolarità, Emilio Alessandrini, venne ucciso poco dopo il 29 Gennaio 1979.
Stessa fine toccò l'11 Luglio 1979 al giudice Giorgio Ambrosoli, il liquidatore del Banco Ambrosiano e il 19 Marzo 1980 al magistrato Guido Galli.

     Guido Galli      Giorgio Ambrosoli    Emilio Alessandrini

In quegli anni, il "Potere Occulto" creò le Brigate Rosse per giustificare gli attentati (oggi, con la stessa strategia del terrore hanno creato l'ISIS).

Alla domanda di Tosches riguardo le banche utilizzate da Cosa Nostra, Sindona risponderà indicando il Banco di Sicilia e una piccola banca in piazza Mercanti a Milano, la Banca Rasini, in affari con il piduista Pier Silvio Berlusconi.
L'uomo che governò in Italia per circa un decennio, l'uomo spacciato dai media come il "self made man" (colui che si fece da sé), altro non era che un mafioso legato ad Andreotti e alla P2 finanziato da Cosa Nostra.

Ritorniamo a Roberto Calvi. Il banchiere Calvi oltre alle varie porcherie sopracitate ed i legami con lo IOR ecc. ecc., fu, insieme al tecnico informatico Gerard Soisson, l'ideatore del meccanismo di compensazione dei conti fra istituzioni bancarie CEDEL (Centrale di consegna dei valori mobiliari), divenuta nel 1999 Clearstream.
Grazie a questo stratagemma, l'invito di Falcone a seguire i flussi monetari per scoprire la fonte dell'organizzazione criminale non diviene cosa semplice.
Questa società di riciclaggio (o clearing) favorisce, infatti, l'occultamento delle transazioni monetarie e dei titoli.
Che fine faranno Soisson e Calvi?
Riprendendo una battuta dell'amico ed investigatore monetario Marco Saba, la fine degli architetti del faraone che costruivano le stanze segrete e sapevano dove era nascosto il tesoro: "morti!".

E Michele Sindona?
Nonostante fosse rinchiuso in un carcere di massima sicurezza con 12 guardie a controllarlo, venne ucciso avvelenato con il cianuro nel caffè.
L'amicone Giulio Andreotti, per evitare che rivelasse troppe verità, usò l'appoggio della P2 e dei servizi segreti per avvelenarlo e metterlo a tacere.



Qual è la morale di questi intrecci di mafia finanziaria e potere oltreoceano?

1) Innanzitutto dovremmo riflettere sul ruolo dei servizi segreti italiani, americani, francesi ecc. ecc. e dovremmo chiederci quali interessi difendano nella segretezza oggi!?!
2) Dovremmo domandarci "se giustizia è stata fatta" e se le istituzioni statali, oggi, sono sane e pulite da interessi criminali oppure se i mafiosi han vinto e han conquistato Parlamento, Senato, mezzi di comunicazione di massa ecc. ecc.. (basterebbe guardare quel che accade nel mondo e in Italia per darsi una risposta, ricordando la fine che hanno fatto Falcone e Borsellino e tanti altri ancora).
3) Fino agli anni '90, il sistema bancario-finanziario ha mostrato tutta la sua pericolosità portando un mondo intero alla corruzione, alle bolle speculative, alle guerre, alle ingiustizie, alle sperequazioni reddituali, alla fame e alla morte. Dagli anni '90 ad oggi, nulla è stato fatto per correggere questo sistema, anzi...i nostri rappresentanti politici, burattini dei banchieri e finanzieri mafiosi, hanno  potenziato e tutelato il settore bancario-finanziario a scapito della comunità che ne ha pianto e ne piange le gravi conseguenze.
4) La strategia della tensione già utilizzata negli anni di piombo in Italia, può essere associata alla strategia che utilizzano oggi con l'ISIS?

Lascio a voi le dovute riflessioni.


Fabiuccio Maggiore



Fonti utilizzate:
Sergio Flamigni - Trame Atlantiche
Franco Nicastro - Mafia, 007 e Massoni

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