lunedì 5 ottobre 2015

Siria, Russia e Eurusa: La guerra per il gas

In Siria, in questi giorni, si combatte.
I media legati all'americanismo e controllati dall'élite sionista, si schierano dalla parte degli Stati Uniti d'America e della Nato e contro la Russia.
Il burattino Obama afferma che Bashar al-Assad è un tiranno!
La tirannia nasce dalla ricchezza del territorio siriano: "IL GAS!"


Tra i "tiranni" uccisi, in quest'ultimo decennio, dall'élite creditizio-finanziaria sionista, troviamo:
Saddam  Hussein, ucciso impiccato il 30 Dicembre 2006 e Mu'ammar Gheddafi, ucciso il 20 Ottobre 2011, massacrato e linciato da alcuni ribelli senza nessuna pietà.
                             

Sia la Libia di Mu'ammar Gheddafi che l'Iraq di Saddam Hussein, oggi, vivono la democrazia americana: "regna il caos!"
Adesso tocca alla Siria, più volte attaccata a confine da Israele.

                                  


Perché l'élite sionista vuole la Siria? GAS!
L'America, o meglio l'élite sinarchista che controlla buona parte dei capitali mondiali da Washington, cerca tramite l'Eurusa di liberalizzare il gas e di togliere il monopolio alla Russia e alla sua compagnia GAZPROM.
Ci hanno provato con il progetto NABUCCO, un gasdotto che seguiva le stesse linee del  progetto SOUTH STREAM (gasdotto russo).



Non essendoci riusciti con il Progetto NABUCCO, L'Eurusa, ha promosso il Terzo Pacchetto Energetico (TPE), con il quale voleva porre dei paletti per la realizzazione dei gasdotti e sul controllo del gas, arrestando, così, il SOUTH STREAM e il potere di GAZPROM.
Il TPE prevede la:

1) Liberalizzazione del mercato del gas e dell'elettricità e la separazione tra chi produce l'energia e chi la trasporta.

2) Le società coinvolte nella produzione di gas non possono essere allo stesso tempo i proprietari di un gasdotto che attraversa il territorio dell'Unione. Allo stesso tempo, un fornitore non dovrebbe usare più del 50% della capacità del gasdotto, e la carica residua può essere allocata solo tramite l'asta.

In questo modo, le aziende energetiche come la GAZPROM, non possono più gestire produzione, distribuzione e vendita, perché agirebbero in condizione di monopolio, dunque devono cedere la rete di distribuzione e di vendita ad altre aziende, esempio a quelle americane.
Il 6 Aprile 2014, il caos politico e le rivolte in Ucraina, trovavano lo stesso filo-conduttore nell'interesse del gas. Dall'Ucraina, infatti, passava il gasdotto che riforniva vari paesi europei, ed era da lì che l'élite sionista voleva mettere le mani sul controllo del gas, isolando la Russia.




Adesso, dopo il gasdotto ucraino, la finanza sionista mira al gas naturale siriano e accusa Assad di tirannia. Ancora una volta, la finanza sionista sta portando il mondo al rischio di un'ultima grande guerra, mentre in Italia, il nostro premier venduto agli interessi dell'élite, stringe patti d'intesa con Israele nella lotta contro il terrorismo.



Nel mondo alla rovescia, il leader israeliano Benjamin Netanyahu parla di lotta al terrorismo, Sergio Mattarella parla di lotta alla mafia e Barack Obama è il premio Nobel per la pace 2009.




F.M.




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